Associazione culturale – APS

30 Gennaio 311, Santa Savina

30 Gennaio 311

Santa Savina nacque nel 260 e morì a Milano il 30 gennaio 311. Cosa centra Santa Savina con Laus Pompeia??

Savina era nata a Laus Pompeia da una nobile famiglia e, ancora giovane, si sposò con un patrizio della famiglia Trissino. Rimase però presto vedova e per tutto il resto della sua vita si dedicò a far del bene al prossimo.

Santa Savina e i Santi Nabore e Felice

Ai tempi delle persecuzioni dei Cristiani sotto l’imperatore Diocleziano, si occupò dei corpi martirizzati di Nabore e Felice, due soldati romani rei di aver abbracciato la fede cristiana, provvedendo alla loro sepoltura dopo la decapitazione era avvenuta vicino alla Porta Piacentina ovvero quella porta che congiungeva Laus Pompeia a Piacenza, poco distante dall’ attuale Basilica dei XII Apostoli (San Bassiano) che era il luogo del dazio e pertanto sempre presidiato dai romani. 

Cappella dei SS. Nabore e Felice, sorta sul luogo in cui si racconta furono martirizzati i sue santi a Lodi Vecchio

La tradizione narra che, volendo dare sepoltura ai corpi dei martiri a Milano, Savina li nascose in una botte, dichiarando ai doganieri di trasportare miele o vino. Tutto avvenne in gran segreto, poiché chi veniva sorpreso nel cercare o dare sepoltura a dei martiri veniva punito a sua volta con la morte.  Al controllo, i soldati trovarono effettivamente tali prodotti, dando luogo al miracolo. Così i corpi dei due martiri giunsero a Milano dove il vescovo Materno si occupò di organizzare per loro una più degna sepoltura nella basilica detta Naboriana. Santa Savina invece è sepolta sopra l’altare dell’omonima cappella presso la basilica di Sant’Ambrogio a Milano.

Forse però non tutti sanno che la vita di Santa Savina è narrata in un ciclo di affreschi presente nel Palazzo Trissino a Vicenza nella sala della Giunta Comunale (Sala Santa Savina); gli affreschi vennero realizzati attorno al 1665 da Giulio Carpioni (1613 – 1678).

Vi lasciamo qualche immagine degli affreschi della cappella dei SS. Naborre e Felice a Lodi Vecchio. Il ciclo di affreschi racconta e immortala proprio parte di questo episodio.