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Ottone Visconti, 25 Maggio 1278

25 Maggio 1278

Il villaggio (quello che restava di Laus) vide scontrarsi in battaglia le truppe di Cassone della Torre e quelle dell’arcivescovo Ottone Visconti poi costretto alla fuga. Infatti dopo due distruzioni ci mancava solo che venissero a regolare i loro conti in casa nostra ….. ma chi era Ottone Visconti ????

23 maggio 1278
Ottone Visconti in un’incisione postuma

Ottone Visconte detto Ottorino (Invorio, 1207 – Chiaravalle, 8 agosto 1295) è stato un arcivescovo cattolico italiano, arcivescovo di Milano. Di origine Milanese e figlio del feudatario Uberto Visconti, nel 1277 divenne il Signore della città lombarda e con lui iniziò il dominio dei Visconti su Milano che sarebbe durato fino al 1447. Dopo essere stato al servizio dell’allora arcivescovo di Milano Leone di Perego, Ottone nel settembre 1247 entrò al servizio del Cardinale Ottaviano degli Ubaldini, che seguì per oltre dieci anni in varie “ambascerie” in Italia e in Francia. In questo periodo divenne inoltre procuratore dell’arcivescovo presso la Corte Pontificia e diventò canonico di Desio. Alla morte di Leone da Perego nel 1257 fu il cardinale Ubaldini ad appoggiare il nome di Ottone anziché quello di Raimondo della Torre o del nobile Francesco di Settala.

Da qui l’odio con la Famiglia della Torre. I Torriani, nella persona di Martino della Torre, capo della “Credenza di Sant’ Ambrogio”, ben sapeva che Milano poteva eleggere in maniera autonoma il loro arcivescovo ed invece Papa Urbano IV nominò arcivescovo del capoluogo lombardo il 22 luglio 1262, Ottone. Martino della Torre indignato per un elezione imposta dal Papa occupò l’arcivescovado e fu scomunicato dal legale apostolico Filippo di Pistoia, il quale gettò l’ interdetto su Milano per abìver rifiutato il nuovo arcivescovo. Si aprì allora una guerra fra Ottone e coloro che si opponevano alla sua carriera ecclesiastica: i primis il potente Manfredi, Napo Torriani (che diverrà Vicario Imperiale nel 1274) e l’ intera famiglia guelfa Torriani.

Il 1° aprile 1263, giorno di Pasqua , Ottone entrò ad Arona, villaggio sulle rive meridionali del Lago Maggiore, con un corteo di nobili scappati da Milano e rifugiatisi nelle diverse città lombarde e prese formalmente possesso della sede ambrosiana. In risposta l’ esercito milanese assediò Arona e prese posizione nella fortezza arciepiscopale di Angera situata sull’ altra riva del lago in faccia ad Atona a circa 2 Km di distanza. Ottone reagì scrivendo da Arona al capitolo della cattedrale di Novara, perché scomunicasse per il loro aiuto gli assedianti milanesi Francesco della Torre , fratello di Martino, podestà di Mantova e quest’ ultimo Comune. Minacciato dalla fanteria del capitano generale di Milano, Pelavicino, Ottone si arrese il 5 maggio. Pelavicino fece distruggere le fortificazioni d’ Arona e il Castello d’ Angera e di Brebbia. Ottone si ritirò a Novara , ma in giugno, Francesco della Torre lo cacciò e Ottone si rifugiò presso il Papa a Montefiascone. Ottone allora scomunicò persino il vescovo di Novara che aveva consegnato al podestà gli ostaggi che Ottone gli aveva affidato. Nel novembre 1263 si spense Martino della Torre, che fu sostituito al vertice della “Credenza” dal fratello Filippo e, nell’ ottobre del 1264, il grande sostenitore di Ottone, papa Urbano IV. Il nuovo Papa Clemente IV pur rifiutandosi nell’ agosto del 1265 di destituire Ottone e di accettare la proposta di nominare quale legato apostolico Raimondo della Torre, si sarebbe rivelato assai più tiepido nei confronti dei Visconti. Nel frattempo Pelavicino aveva ceduto il titolo di capitano generale di Milano a Carlo D’Angiò , (si si proprio lo stesso che decapitò come abbiamo già visto Corradino di Svezia) fratello del re di Francia Luigi XI, e si era trasferito nel campo dei Ghibellini divenedo nemico dei Torriani.

Malgrado ciò i Della Torre – nel frattempo alla morte di Filippo della Torre nel settembre 1265 gli era succeduto il cugino Napo Torriani – continuarono a dettar legge alla città di Milano, tanto che, quando Paganino della Torre divenuto podestà di Vercelli fu assassinato nel gennaio 1266 per iniziativa di Pelavicino, la vendetta fu atroce : 53 nobili milanesi furono decapitati sulla pubblica piazza. Malgrado nel dicembre 1266 Clemente IV avesse sollecitato Milano ad accettare il primo arcivescovo Ottone Visconti, alla morte del pontefice nel novembre 1268 il caso non era ancora risolto e così rimase per i tre anni di sede vacante che seguirono. Nell’aprile 1273 il nuovo papa Gregorio X di passaggio a Milano confermò la validità dell’elezione di Ottone . Fu così che una vera e propria psicosi s’ impossessò di Milano: i della Torre arrivarono a proscrivere oltre duecento persone appartenenti alle famiglie nobili della capitale lombarda che furono obbligate a fuggire in esilio a Novara e Pavia.

In previsione di un contrattacco dei Visconti, fu costituita una milizia speciale per proteggere la città da Ottone. Napo sfidò le truppe pavesi e fece prigioniero un importante numero di nobili milanesi, fra i quali Teobaldo Visconti, padre di Matteo e nipote dell’arcivescovo Ottone. Quest’ultimo si trovava a Vercelli, quando ricevette la notizia, si mise alla testa di un’ armata di rifugiati ed occupò Castelseprio, da cui fu tuttavia scacciato da Napo, così da doversi rifugiare a Lurate presso Como. Nel 1277 l’ ostracismo di cui era vittima Ottone Visconti finì 15 anni dopo la sua nomina ad arcivescovo e, per ironia della sorte, ciò avvenne nella città in cui era stato una volta canonico. Il 20 gennaio 1277 la battaglia di Desio fu decisiva con la disfatta dei Torriani: Francesco vi fu ucciso e Napo vi fu fatto prigioniero (morirà dopo un anno e mezzo di carcere), mentre Ottone entrava trionfalmente a Milano.

Per ricompensare tutti coloro che l’ avevano aiutato durante la battaglia di Desio, il 20 aprile 1277 Ottone volle ed approvò la “Matricula Nobilium”: l’ elenco delle nobili famiglie patrizie aventi il diritto sull’ ordinamento della Chiesa metropolitana di Milano. La vittoria nella battaglia di Desio nel 1277, aveva sostanzialmente segnato l’ inizio della signoria viscontea e l’ assoluto dominio di questa famiglia su Milano e la Lombardia tutta. E comunque gli anni che seguirono non furono anni tranquilli. I della Torre iniziarono una resistenza contro i Visconti e conquistarono Lodi e Castelseprio, conquistando l’ intera regione tra l’ Adda e il fiume Ticino, Laus compreso.